A voi, cari amaldini

La commovente lettera ai "cari amaldini" scritta da alcuni studenti di quinta al termine del loro percorso all'Amaldi come passaggio di testimone

Personale scolastico

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A voi, cari amaldini

Ci sono momenti a cui non saremo mai pronti. E questo è uno di quelli. Noi, ragazzi e ragazze di quinta, stiamo ormai per voltare pagina, ammesso che tutto vada secondo i piani. Ma prima di farlo, sentiamo il bisogno profondo di fermarci e rivolgerci a voi, anche solo con queste parole.

Le mura della scuola trasudano fatica. Svegliarsi presto, affrontare i mezzi stracolmi, magari beccarsi il freddo tagliente o quel sole che ti fa sudare già alle otto. Entrare in classe con l’ansia del Numero, che può portare una breve euforia oppure un’amarezza che si incolla addosso. Poi tornare a casa e cominciare la parte più dura: studiare. Ci siamo passati tutti. Disperati per un voto, arrabbiati per un debito. Ma sarebbe un errore ridurre tutto a questo. La scuola non può essere solo fatica. Ci dev’essere un trucco.

Tutto sta in come decidete di vivere questi cinque intensi anni. Lasciatevi affascinare e meravigliare dalle migliaia di cose in cui vi imbatterete. Anche un’ordinaria lezione potrebbe diventare un punto di svolta nella vostra vita. Non date per scontato niente durante il liceo, abbracciate il cambiamento, anche se vi terrorizza da morire. La paura di crescere, di mutare, di affrontare nuove battaglie, resta perpetua in ogni studente ed in quinta, vi garantiamo, si percepisce alle stelle. Arrivi dopo cinque anni alla consapevolezza di quanto sia volato il tempo e, facendo un bilancio, ti rendi conto di quante cose non siano più le stesse. Sei maturato, ma al contempo sei terrorizzato all’idea di abbandonare le mura che per cinque interi anni ti hanno visto crescere. L’Amaldi è divenuta a tutti gli effetti la nostra seconda casa. Vorremmo davvero trasmettere tutto l’affetto che noi rivolgiamo a questa scuola e farvi capire quanto preziosi siano questi anni della vostra vita. Sfruttate l’enorme privilegio di potervi inventare da zero, di poter disegnare il vostro futuro a piacimento. C’è un mondo intero che aspetta di essere esplorato dalle vostre menti curiose.

crescita

Scendete in campo. Siate una squadra, una famiglia, un equipaggio, chiamatelo come volete, ma siate qualcosa insieme. Divertitevi. Lasciate da parte l’orgoglio che divide, fate spazio alla tolleranza. Non serve essere amici di tutti, ma almeno imparate a navigare insieme. Condividete successi e sconfitte, esaltazioni e delusioni.

Trovate la magia e la bellezza di condividere l’adolescenza con persone che sono sugli stessi vostri banchi, fotografatevi e meravigliatevi della crescita che affronterete insieme. D’altronde se si condivide la paura, la si affronta meglio.

Mettetevi in gioco e portate avanti iniziative che vi permettono di farlo: la Dea, il Monteore, gli ultimi giorni prima delle vacanze. Sono occasioni vere, e avete una libertà che forse, da quanto possiamo percepire, si sta affievolendo. Fidatevi, non ve ne rendete conto, ma cambiare la scuola si può. Forse manca solo il coraggio di superare la paura di sembrare cringe. Non fate l’errore di vivere il liceo dalla tribuna. Fate ripartire a gonfie vele le tradizioni amaldine. Ravvivate lo Spirito Amaldino, anche solo con una scintilla, a volte è tutto ciò che basta per risvegliare la brace.

Certo, ognuno ha la sua storia, le sue fatiche, la sua situazione specifica. Ma ci teniamo a dirvelo, forse con un po’ di nonnismo, che quando sarete in quinta tutto questo vi mancherà. Anche le corse, le ansie, le giornate storte. E allora tanto vale viverle fino in fondo.

Trasformate la tinozza di rimpianti in un calice di ricordi e sarete dissetati. Abbiate cura di questo tempo all’Amaldi. Fatelo vostro.

Fate sì che il liceo divenga la vostra palestra di vita, un luogo dove avrete più margine di errore e la possibilità di cimentarvi nelle attività più disparate. Mettetevi in gioco sempre e non accontentatevi mai.

Amate forte, sbagliate senza paura, sognate senza misura. Prendete la vostra vita e fatene un capolavoro; un capolavoro che non finirà su Unica, ma resterà sempre nei vostri cuori. E quando vi sembrerà di non farcela, pensate a noi. Anche noi, un tempo, eravamo lì. Anche noi tremavamo. Ma siamo andati avanti. Come farete voi. D’altronde, se si è Amaldini, lo si rimane per tutta la vita.

 

Andrea Rotini, Vivian Gualandris, Chiara Nicoli, 5H
Enea Azzola, 5B
Ramon Rizzoli, 5F
Le quinte tutte

 

grazie figlioli